UN VIAGGIO A BARBIANA ALLA SCOPERTA DI DON MILANI
"Ci siamo mossi verso questo luogo per avvicinarci a Don Milani e rinforzare le nostre convinzioni educative".
Preside del Liceo Statale “G. Fracastoro” - Verona
Tiziano Albrigi
UN VIAGGIO A BARBIANA ALLA SCOPERTA DI DON MILANI
Continua anche quest’anno l’iniziativa del Dirigente Scolastico riservata alla formazione dei docenti del Liceo G. Fracastoro di Verona: dopo l’esperienza dell’anno scorso avvenuta a Sezano, quest’anno la meta è stata Barbiana nel Mugello, sulle tracce di Don Lorenzo Milani
“Quando avete buttato nel mondo d’oggi un ragazzo senza istruzione avete buttato in cielo un passerotto senza ali”.
“Finché ci sarà uno che conosce 2000 parole e uno che ne conosce 200, questi sarà oppresso dal primo. La parola ci fa uguali".
Don Lorenzo Milani
Per il cinquantesimo anniversario della morte di Don Lorenzo Milani (Firenze, 5 Maggio 1923 – 27 Giugno 1967) il Dirigente Scolastico del Liceo Statale “Girolamo Fracastoro” ha accolto la proposta del professor Marco Dal Corso di organizzare per il corpo docenti, pochi giorni prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, una visita guidata a Barbiana, a 40 km a nord di Firenze. Vi hanno aderito cinquantatré insegnanti dell'istituto che lunedì 11 settembre 2017 sono stati accompagnati in pullman nel luogo in cui il giovane prete fiorentino aveva creato la sua piccola scuola rivoluzionaria. In quarant'anni di attività, Mariano Mariotto e Lorenzo Dani, i due accompagnatori del gruppo appartenenti al “Movimento Educatori Milaniani”, non avevano mai visto un corpo docenti che si muovesse alla scoperta del sentiero di Barbiana; un sentiero di 4 km che conduce in salita sul Monte Giovi dove sorge una piccola chiesa dedicata a Sant'Andrea risalente alla metà del XVI secolo, con annessi una canonica e dei locali che sono rimasti cristallizzati, quasi con le penne e le matite sui banchi, alla scomparsa del sacerdote che vi lavorò come priore e maestro dal 6 Dicembre 1954 fino alla morte in povertà assoluta, senza acqua corrente né energia elettrica.
Qui è giunto in pellegrinaggio anche Papa Francesco che il 20 giugno 2017, dopo cinquant’anni, ha restituito alla chiesa, intesa come εκκλεσια, assemblea di fedeli e laici, la figura di quest’uomo coraggioso e ancora troppo poco conosciuto ai più.Si è trattato di un viaggio che testimonia sempre più la vocazione europea del Liceo “G. Fracastoro”, ”Una scuola per l'Europa”, come recita il suo motto e che oggi si è rivolto alla scoperta del sacerdote che per primo aveva capito che l'insegnamento delle lingue straniere doveva essere parte fondamentale dei programmi scolastici; un viaggio che è stato promosso per una scuola che sia sempre più aperta e comprensiva nel segno tracciato proprio dal messaggio di Don Milani che seppe in montagna accogliere i poveri contadini e pastori del Mugello, offrendo loro strumenti e contenuti che non si sarebbero mai potuti permettere; una scuola che parta dall'esigenza del reale, che insegni a leggere, comprendere, fare calcolo, interpretare le statistiche, conoscere le scienze, l'arte, la storia e la filosofia, fino alle discipline motorie, proprio quello che Don Milani volle costruire con i pochi mezzi che sua madre poté offrirgli, unica sostenitrice di quel figlio amato, originale e irrequieto che si volle far prete da ricchissimo che era.Quella di Barbiana fu la seconda scuola di Don Milani. Aveva infatti aperto nella Chiesa di San Donato a Calenzano, sempre nella Diocesi di Firenze dove aveva cominciato la sua missione sacerdotale nel 1947, una scuola serale, la prima scuola dedicata a coloro che di giorno lavoravano duramente in fabbrica o nei campi e che la sera potevano recarsi ad ascoltare le lezioni del giovane sacerdote: fu uno scandalo per quei tempi e per questo egli fu esiliato sul Monte Giovi. Isolato in quella chiesetta, che lui definì “un penitenziario ecclesiastico”, egli morì nel 1967, due anni dopo la chiusura del Concilio Vaticano II che avviava la Chiesa sulla strada della modernità e un anno prima che il movimento del ‘68 spalancasse le porte e desse voce alta alle sue intuizioni profetiche sull’obiezione di coscienza e sul desiderio di giustizia per i poveri del mondo.Tutto è stato conservato a cura della Fondazione Don Lorenzo Milani che ha sede a Vicchio del Mugello, paese natale di Giotto e Beato Angelico, nella quale lavorano i discepoli ormai diventati adulti, tra cui Nello Baglioni e Edoardo Martinelli che nel pomeriggio hanno accolto i docenti per discutere insieme dell’attualità sempre viva dell’esperienza educativa di Don Milani.A Barbiana oggi si rimane colpiti dalla tenerezza che sprigiona dagli strumenti didattici tutti fatti a mano: i tavoli, le sedie con le saldature, le librerie, le cartine geografiche ma soprattutto dalle dettagliate carte tematiche di economia o storia del fascismo e dai grafici colorati della composizione del Parlamento Italiano dal 1921 al 1968, con tutte le esatte percentuali dei votanti e dei seggi ottenuti dai vari partiti. Vi sono persino un astrolabio fatto a mano, un laboratorio-officina e falegnameria per le applicazioni tecniche, uno studiolo per la musica e le macchine da scrivere con cui furono prodotti con scrittura collettiva testi indelebili come “Lettera ad una professoressa”. All'esterno occhieggia una piccola piscina rettangolare, scavata dai ragazzi con pale e picconi da loro stessi manufatti e fa da contraltare con la sua vivacità a quella carta nera, appesa come un ragno oscuro sul muro, ad indicare il parlamento in epoca fascista dal 1922 al 1945, quella del partito unico e della seconda guerra, con tutte le catene a mo’ di cornicetta che lo imbrigliano senza speranza di luce, libertà e democrazia.Insomma povertà e bellezza nel segno del moto “I Care” che trionfa in rosso su una porta e ci dice: qui noi ci siamo interessati del nostro Stato, qui si sono studiate le lingue e si è appreso il desiderio di diventare cittadini e uomini veri, come voleva il nostro maestro Don Lorenzo Milani.Giulia Cortella