Premio MIGLIORE POESIA, Giacomo Bianchi e Sofia Toffalori, classe 4B, Liceo Fracastoro
Ero un uomo nato per la libertà
e da sempre lottavo contro la segregazione razziale, un terribile mostro chiamato apartheid.
A ventitre anni per la prima volta mi toglievano la libertà, poi hanno continuato.
All'inizio mi hanno arrestato: mi ritenevano un traditore.
Poi mi hanno chiamato “sabotatore” e “cospiratore”:
mi condannavano all'ergastolo e mi richiudevano in prigione. Le grate bloccano il corpo ma non lo spirito,
sentivo gridare il mio nome a gran voce
e sapevo che qualcuno stava ancora lottando.
Dopo ventidue anni trascorsi al buio
mi offrivano di vedere la luce, se avessi smesso di combattere.
“Essere liberi non significa solo sbarazzarsi delle proprie catene,
ma vivere in un mondo che rispetta e valorizza la libertà degli altri”.
Non ho accettato.
Ventisette anni in quel posto e la giustizia cominciava a trionfare. Sono uscito, ho perdonato i miei oppressori e ho vinto.
Ho lottato e ho vinto.
Perché “un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso”.
Io non l'ho fatto.
Mi chiamo Nelson Mandela.
Giacomo Bianchi e Sofia Toffalori, 4B Liceo G. Fracastoro